martedì 17 giugno 2008

Huckleberry Finn


Ho appena finito di leggere "Le avventure di Huckleberry Finn" di Mark Twain. Non so perchè mi sia venuta la voglia di tornare, a distanza di almeno 25 anni dal primo contatto, su questo libro. Me lo sono trovato davanti al supermercato e, con solo 3,90 euri, me lo sono portato a casa. Tra l'altro l'edizione (Newton Compton) sfoggia una nuova traduzione e un'edizione rinnovata che comprende alcuni episodi "tagliati" nelle precedenti traduzioni italiane.

La lettura si è protratta per qualche settimana, preso come sono tra le mille cose da leggere che mi ritrovo per la casa. Ma il libro è stato una sorpresa. Come i veri romanzi per l'infanzia, è godibile a un livello molto elementare ma è tutto fuorché una storia per bambini: in modo vivido e a volte crudele racconta l'America attraverso un ambiente di "frontiera" come la sponda del Mississippi e un personaggio fuori dagli schemi come il randagio Huck, che fa da travolgente voce narrante.

Huck è un vero "ribelle", uno che non riesce a vivere imprigionato nelle convenzioni sociali. A differenza dell'amico del cuore Tom Sawyer - che è un monello ma di buona famiglia, un borghese che cerca emozioni ma poi torna a casa quando si stanca delle sue ingegnose trovate per mettersi nei guai - Huck è un piccolo Odisseo affascinato dall'avventura, dalla curiosità di scoprire e dalla voglia di spingersi sempre oltre un piccolo confine. Pur essendo incolto, ha una sua saggezza che nasce dalle disastrose esperienze familiari e dalle peripezie: cerca di togliersi dai guai in cui si caccia mediante l'uso spregiudicato della parola (riprodotta molto bene dalla traduzione di Riccardo Reim) e la sua furbizia. Sotto tanti aspetti è un "puro": uno spirito libero il cui richiamo più ovvio è il giovane Holden di Salinger. A me ha ricordato pure un altro personaggio indimenticabile di un libro letto di recente: l'Accio Benassi del "Fasciocomunista" di Pennacchi, un altro romanzo che mi è davvero piaciuto forse perché solletica la mia sotterranea antipatia nei confronti di chi ragiona per ideologie e imperativi.

Nei capitoli conclusivi emerge la distanza tra i due amici: devono liberare l'amico negro Jim, imprigionato nella piantagione della zia di Tom. Sarebbe un gioco da ragazzi. Ma Tom, inebriato dalle sue letture avventurose, cerca di complicare la missione e renderla una vera evasione degna del conte di Montecristo (costringendo il prigioniero a tollerare la sua voglia di gioco), mentre Huck preferirebbe andare dritto al sodo e restituire subito la libertà al compagno della sua fuga lungo il fiume (anche se è uno schiavo e per giunta fuggiasco).

Preso dalla voglia di approfondire, ho fatto una ricerchina veloce su Google. Ho trovato (a questo indirizzo), la trascrizione di un vecchio programma Rai in cui lo scrittore Maurizio Braucci dialoga con alcuni studenti sul significato del romanzo di Twain. Dice Braucci: "Huckleberry Finn è un romanzo per persone che hanno uno spirito giovane, per tutti coloro che non cadono nell'ammuffimento del pensiero, della quotidianità e che si interrogano sul da farsi in ogni situazione, pensando con la propria testa e cercando una soluzione che abbia una valenza positiva. La nostra civiltà ci propone valori positivi che sono ideologizzati e che dobbiamo accettare forzatamente senza avere il privilegio di sperimentarli di persona, di sottoporli ad un'analisi individuale. Essi ci vengono forniti già confezionati impedendo, così, all'individuo di crescere nell'esperienza e di sviluppare un proprio pensiero."

Non avrei saputo dirlo meglio.

2 commenti:

Marta ha detto...

non male questo... almeno non è politico ;)
non ho mai letto il libro perché fondamentalmente questi libri "di avventura" non mi piacevano molto... però mi piace la tua analisi, quindi forse lo recupererò dalle polveri della mia libreria!

Mr Banana ha detto...

In verità credo che sia un libro poco attraente per un pubblico femminile. Forse mi sbaglio, ma solo chi ha avuto voglia di avventura a dieci/dodici anni può davvero ritrovarsi in un personaggio come Huck..