martedì 8 luglio 2008

Sapori di terre lontane: il futuro inizia a tavola

Non c’è solo il mondo in un piatto al ristorante multietnico Paladar. C’è anche la storia di riscatto sociale di un gruppo di immigrate che, usando le tradizioni dei paesi d’origine, sono riuscite a costruirsi un altro futuro. «Siamo aperte dall’aprile 2006 – dice Francisca Frias, domenicana, l’organizzatrice della squadra – Intorno al ristorante ruota un gruppo di più di 20 donne provenienti da paesi come Cuba, Thailandia, Marocco, Etiopia, Perù, Romania e altri ancora».

In questo lavoro d’equipe sta il segreto del Paladar (“gusto” in spagnolo), spiega Frias: «Da noi non c’è un solo chef che fa tutto, ma ogni donna cucina il piatto del proprio paese». Inoltre, il menù cambia ogni due settimane e, ad ogni visita, si può “viaggiare” tra sapori molto diversi: per esempio, tajine di pollo del Marocco, tacos del Messico, moro con costillitas della Repubblica Dominicana, gustose frittelle salate delle varie tradizioni. Anche la scelta dei vini è particolare: «Il mio compagno è sommelier e ci ha aiutato a puntare su vini stranieri. – dice Frias – I vini cileni sono quelli preferiti dai clienti».

Questo ristorante lontano dallo stilema del locale etnico pacchiano ha però una storia lunga. «Tutto nasce dal pensiero che ci sono esperienze che non vengono sfruttate», racconta l’organizzatrice. «Quasi tutte le donne immigrate in Italia iniziano facendo il lavoro domestico, è quasi un passo obbligato». La stessa Francisca, arrivata in Italia nel 1991 con una laurea in psicologia in tasca, è dovuta partire dal basso: «Ho iniziato assistendo a casa un ragazzo disabile, poi sono seguiti tanti altri lavori e moltissima formazione sulla multiculturalità». Non tutte esperienze positive: «Mi è capitato spesso di non essere pagata. – ricorda – Ma per tanta gente che si è comportata male, ne ho incontrata altrettanta che mi ha aiutato».

Nel 1997 nasce l’associazione “Nosotras”: l’idea è di costituire un centro interculturale per donne e bambini immigrati. I tempi si fanno lunghi nonostante le promesse dei politici, ma un corso dedicato alle nuove opportunità porta l’illuminazione: «Tra i laboratori c’era anche quello di cucina e vediamo che quasi tutte hanno la passione per i fornelli». Nel 1998 si prende uno stand alla festa dell’Unità di Firenze ed è «un successo clamoroso, avevamo la fila tutti i giorni». La cucina etnica delle ragazze piace «perché era, ed è, una novità», e si concretizza in “Delicias”, che organizza catering (anche per istituzioni come Comune e Regione) e laboratori di cucina. Due anni fa la svolta: apre Paladar.

L’ambiente familiare e accogliente non convince solo i clienti - tra i quali molti politici e uomini di spettacolo – che tornano a riempire i tavoli e spargono la voce. Il passaparola aiuta anche ad ampliare la squadra: «Siamo quasi un’agenzia di collocamento – sorride Francisca Frias – Tutti ci presentano qualcuno da provare in cucina». Il locale, che sta al numero 315 della via Pistoiese, sta per fermarsi fino a settembre. Ma, nei mesi di luglio e agosto, le delizie multietniche saranno alla festa dell’Unità di Prato, alla Fortezza di Firenze e poi a Pistoia: il mondo è là, a distanza di forchetta.

(da "Il Firenze" dell'8 luglio 2008)

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