venerdì 12 settembre 2008

Questa è per Tomoko...

Quando vi dicono che Facebook è il regno dei perditempo, hanno ragione. Questo però non esclude che, qualche volta, si possa davvero entrare in contatto con persone che, in altro modo, mai si sarebbero potute conoscere.

A me è capitato con Tomoko. Giapponese, 28 anni, aveva trascorso un bel periodo in Italia negli anni scorsi e aveva imparato l'italiano. Considerando la barriera culturale che divide la nostra lingua dal giapponese, si può dire che Tomoko scrivesse in italiano meglio di molti di noi. Da quando ci siamo "conosciuti" (moltissimi messaggi e una velocissima ma disturbata chiamata su Skype), mi è capitato di parlare con lei di ogni cosa. Le raccontavo della mia vita e delle mie difficoltà fiorentine, le parlavo della mia ragazza, ci scambiavamo opinioni sulle differenze tra i nostri due mondi. Lei mi raccontava di una travagliata storia che stava vivendo con un ragazzo italiano o di italiani famosi in Giappone (ma sconosciuti da noi).

Avevamo in comune la passione per i film di Hayao Miyazaki e a volte ci sorprendevamo per come, quasi coetanei, su tante cose avessimo un background "culturale" comune. Oppure come io, grazie agli anime divorati fin da bambino, capissi certi meccanismi della società giapponese.

Era un'amicizia "virtuale" (per il mezzo che usavamo) ma sincera. E anche molto pudica, come impone la mentalità dei giapponesi. Per questo non le avevo chiesto nulla quando, sul suo profilo, aveva annunciato che avrebbe dovuto subire un'intervento chirurgico. Ieri, aprendo il mio account, mi sono sorpreso di non trovare il suo "buongiorno". Mi scriveva ogni giorno, anche solo per salutarmi. Due giorni fa ci eravamo scambiati messaggi sull'esperimento al Cern e sul fatto che da noi ne parlavano tutti i giornali e in Giappone invece non c'era neppure mezza riga. Oggi invece non mi scrivi?, ho pensato.

Stamane mi è arrivata, tramite amicizie comuni, la notizia. Ovviamente non ci credevo e ho cercato tutte le possibili conferme. Ma sembra proprio che non sia un terribile scherzo, la sorella ha contattato un po' tutti: Tomoko non si è svegliata dall'anestesia. E io, per quanto non la conoscessi di persona ma fossimo solo amici di penna, sono triste.

Non so se fosse religiosa, nè sono molto ferrato sui culti praticati in Giappone. Spero solo che qualcuno di benevolo l'abbia accolta, da qualche parte in cielo, possibilmente su una stella.
甘いさよなら友人に送る

1 commento:

girovaga ha detto...

Dopo essere tornata in rete a distanza di quasi un mese, mi fa piacere iniziare a "navigare" leggendo un pezzo di tale sensibilità e attenta umanità....
Mi associo al ricordo di questa persona che il destino ha allontanato improvvisamente da questo mondo e mi congratulo ancora una volta con te, caro cugi, per il buon ed elegante uso che fai di queste pagine...