giovedì 4 settembre 2008

Firenze: Università, ansia e paura per i primi esami


Gli esami non finiscono mai. Anzi, all’università di Firenze, adesso sono anche preceduti dai “test di autovalutazione obbligatori”. Lo hanno vissuto sulla propria pelle ieri migliaia di aspiranti matricole delle facoltà di Economia e Ingegneria, seguite oggi da quelle di Giurisprudenza e via via dalle altre facoltà non a numero chiuso. Tutti con carta d’identità e ricevuta del versamento dei 15 euro di quota alla mano per sottoporsi alla novità dell’anno accademico fiorentino e verificare le “conoscenze minime” necessarie nel corso di studi prescelto. 

L’ostacolo – ma le modalità cambiano a seconda della facoltà - è costituito da una serie di quiz di logica, matematica e conoscenza verbale da risolvere in un’ora e mezza: per tanti non sono una novità, sono stati provati e riprovati nelle ultime settimane grazie al sito dell’ateneo. L’atmosfera all’appello, nel polo sociale di Novoli dove si svolgono i test per Economia, sembra rilassata. Qualcuno passeggia avanti e indietro in attesa che venga chiamato il proprio nome: in fin dei conti è pur sempre un esame. «Sono ansioso anche se ho fatto le prove sul sito», dice Matteo, 19 anni, di Montemurlo. Per Federica, fiorentina diciannovenne, «pochi hanno davvero studiato». E poi è «inutile, almeno per me – aggiunge - So che in matematica andrò male, ma nel mio indirizzo di studi non ne farò: mi basta passare». 

Il coetaneo Francesco, di Montecatini, è meno sereno: «Ho fatto i quiz, ma non mi sono preparato moltissimo – racconta – Sono solo tre materie, mi sentirei un incapace se non ce la facessi». I risultati delle prove potrebbero però stroncare i sogni di gloria di molti studenti: chi vedrà la propria iscrizione come “consigliata con lacune” o “sconsigliata”, partirà con l’handicap. Nel primo caso potrà recuperare il gap con i corsi offerti dalla facoltà, nel secondo potrà iscriversi ma non potrà sostenere esami finché non supererà la prova d’appello del test, col rischio – in caso di seconda bocciatura – di buttare a mare l’anno. 

Questo è uno dei punti maggiormente contestati dalle rappresentanze studentesche: lo confermano Stefano e Tommaso, studenti della Lista Aperta che danno indicazioni ai futuri colleghi in un Matricola point autogestito. «C’è molta confusione – dicono – Molti ragazzi non conoscono le novità della riforma dell’ordinamento né sanno cosa succede se non passano il test». Ma forse, scherzano, «questo non è chiaro nemmeno alla stessa Università». 

Trascorsi i 90 minuti, le aspiranti matricole si riversano fuori dalle aule e approfittano del rinfresco offerto da Stefano e Tommaso. Per Beatrice, «fiorentina di 20 anni, è «stato come me l’aspettavo». Unica perplessità: «In aula l’hanno presentato come test selettivo, mentre in realtà è “compromettente”: se va male, si ripete a dicembre». I mugellani Irene e Simone, 20 anni, si lamentano del tempo a disposizione: «Avevamo 30 minuti per sezione, erano categorici». La matematica turberà invece i sogni di Federico, 19 anni di Incisa Valdarno, e Sara, coetanea di Prato: «È stata una brutta sorpresa», dice il primo. «Era più difficile del previsto – sospira Sara – Eppure mi ero preparata anche col libro: sono pessimista».

(da "Il Firenze" del 3 settembre 2008)

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