venerdì 26 settembre 2008

Spezzatele le falangi, toglietele la tastiera, impeditele di scrivere


Ormai è una questione di principio. Lei continua a scrivere questi aborti per l'Unione Sarda (oggi, pagina spettacoli) e io continuo a mostrare all'universo mondo quanto sia negata per il mestiere che fa. Vuole essere stilosa e moderna e non ne è capace. Essere stilosi non significa scrivere tre parole e andare a capo. Scrivere altre tre parole e andare di nuovo a capo. Se si prendesse la briga di leggere qualche libro di gente che sa davvero scrivere in modo effervescente, capirebbe che lei e la scrittura sono mondi estranei, che mai si incontreranno. Un po' come la poesia di Shakespeare, che la nostra "giornalista" scomoda in chiusura, e la poesia di Cesare Cremonini: pianeti distanti anni luce, che in comune hanno solo le lettere dell'alfabeto. Certe cose, a volte, gridano davvero vendetta agli occhi degli dei. Ma almeno è confinata in un giornale di provincia buono solo per involgere il pesce, e i suoi pezzi se li leggerà da sola o in compagnia di qualche amica quindicenne che le dice: "Ceeeee, sai scrivere solo troppo bene".
Luci, camera, azione...

Ma se ti piace nascere al tramonto... puoi dormire insieme a me
(Le 6 e 26).
Va bene.
È scritto così.
E scritto nella canzone - puoi dormire insieme a me e tutte quelle cose lì. Però in questo pomeriggio che a Milano non è estate non è inverno Cesare Cremonini ti viene incontro con il sorriso stanco di chi non ne può più.

Undicesimo piano di mattonvetro e acciaio di piazza della Repubblica, palazzone Warner. Giornata di interviste. Passano i quotidiani, passano le riviste, passano le radio e i web e tutti quei giornalisti che l'hanno capito loro, com'è che va.
E Cremonini non ne può più perché:
a) i Lunapop;
b) il sesso;
c) i Lunapop e il sesso.
Tutte uguali, queste domande.
Eppure dai Lunapop sono passati dieci anni.
Eppure il sesso saranno fatti suoi.
E invece no.
Cesare, Cesare - che quando è andato a vivere da solo ha preso il trapano per attaccare al muro una chitarra e tanto ha bucato che ha perforato un tubo dell'acqua e ha allagato il salotto.
Cesare, Cesare - che a cinque anni cantava Cristina D'Avena epperò è diventano grande con i Beatles e i Queen e i Beach Boys. «Pure con Battisti. E Battisti è il meglio».
Ecco, questo Cesare te lo raccontano solo come un poeta ubriaco di vino e di donne.

L'amore è là dove sei pronto a soffrire, lasciando ogni cosa al suo posto e partire (Figlio di un re)
Cesare Cremonini era il ragazzino della Vespetta, quello dei Lùnapop, quello di diari tardoadolescenziali e di una Bologna che sapeva tanto di Brizzi scrittore bambino. Poi è successo che dal gruppo è uscito lui, e pareva un Jack Frusciante solo più bello, con quegli occhi scuri scuri e le mani in tasca - ma così forte, ma così rock.
Ha cantato altre canzoni.
Ha scoperto altri mondi.
È diventato grande.
È diventato bravo.

Metterà lo zucchero al posto del salato, per dimostrare al pubblico che nella vita è vero il vero ma pure il suo contrario, e niente senza il pianto sarebbe straordinario (La ricetta...per curare un uomo solo)
Oggi esce il disco nuovo. E un disco molto bello e molto difficile. Cesare Cremonini ha ventotto anni.


Ho cercato l'amore negli occhi di tutte le donne, baciando le labbra di chi non ne dà. Ho dormito per terre straniere coperto di foglie cercando l'altra metà
(L'altra metà)
Sono piccole storie, queste di Primo bacio sulla luna , e Cesare Cremonini chiede di ascoltarle. Fermatevi e ascoltatele, dice - e dice anche che la discografia, oggi, va veloce, ma così veloce che vuole canzoni da buttare lì su un'estate che ci pensi e già è finita. Fermatevi e ascoltatele, spegnete la televisione, restate soli: la solitudine non è un male da fuggire: è un bene da capire. Perché qualcosa rimane, tra le pagine chiare e le pagine scure, e gli arrangiamenti vaporosi e le rime aeree e le risalite leggerissime. Rimane un disco che vuole far sognare, «lo sai, la fantasia è la vera libertà, oggi».

Nudi accarezzandoci sempre, nudi accarezzandoci un po', graffi e morsi sulla pelle, chiusi in un miracolo (Chiusi in un miracolo)
«C'era un filosofo, che si chiamava come me, Cesare Cremonini. Era quello che accusava Galileo e diceva questo è pazzo». Sorride. «Ecco, io sto dalla parte di Galileo».

Nel cuore mio l'abisso, intorno a me l'eternità (Il primo bacio sulla luna)
«Io ho fiducia in chi ha voglia di fermarsi ad ascoltare: questo disco è un abbraccio e una carezza» - è credere, a dispetto di come gira questo Paese, che ha ventotto anni puoi fare, e non soltanto aspettare. A Bologna, nella sua Bologna, Cesare Cremonini ha fatto uno studio nuovo, una factory, che detto così rende meglio, perché Mille Galassie è un mondo piccolo dove studiare, suonare, scrivere, cantare, pensare. Dormire? Sognare, forse.

3 commenti:

Unknown ha detto...

esiste un indirizzo al quale poter scrivere per insultare questa demente?????

Unknown ha detto...

e comunque non ti sei accorto che ha fatto pure una citazione tratta da Francesco de' Gregori (Rimmel, se non erro):
"Perché qualcosa rimane, tra le pagine chiare e le pagine scure"...
sei tu che non capisci nulla!

Bruno Olivieri ha detto...

Eh, no. Caro il mio Gorilla! Debbo contraddirla; provi lei ad involgere il pesce con la carta di quel giornale. Ci provi!
La verità è che non serve nemmeno a quello, mio caro Primatedialtrimondi!
:D