venerdì 31 ottobre 2008

Basta... basta... per pietà...


Questa ancora scrive... Dall'Unione di oggi. Oddio, oddio...

Personaggi. Nel 2002 scalò le classifiche con “Mon petit garçon”
Yu Yu, anoressia andata e ritorno
«Finito il successo, sono precipitata nell'incubo»

Quando ho smesso di contare, dice Giuditta Guizzetti, ho iniziato a contare le calorie - e muove piano le dita sottili, mentre azzarda un sorriso senza morbizze. Perché quando contava, cantava. E si faceva chiamare Yu Yu, ed era tutta un muoversi su parolette francesi e leziosismi e ciglia ciglia. Era il 2002, l'estate del 2002 (che vuol dire discoteche in riva al mare, classifiche d'agosto, Festivalbar di piazza in piazza) - mon petit garçon pour toute la vie garçon .


Un successo? Sì, grazie. Ma uno di quei successi che si chiamano tormentoni, perché per un'estate lunga un pugno di mesi suonano a mezzogiorno e a mezzanotte: poi: più niente.
Quel niente, per Yu Yu, vuol dire ritornare a essere Guiditta Guizzetti, professione hostess. Carina come tante, simpatiche come tante, in fila come tante. «E allora la bestia è uscita fuori».


L'anoressia.
La bestia.
«È un animale feroce che si porta dietro la sofferenza che covi dentro. Ti fa sentire come una farfalla rovesciata nel suo bozzolo. Con l'unico desiderio di sparire».
L'anoressia.
La bestia.
«Non dà tregua. Non so ancora la causa profonda. Ma il disastro si è scatenato quando non avuto più successo. Forse non ero pronta a non essere più famosa. Dopo le prime due canzoni non mi hanno più richiamata. Ho inciso un altro brano che non è andato bene: ho cambiato casa discografica: non è servito a nulla. Gli amici? Spariti tutti. E questo mi ha annientato. Non contavo più nulla. E allora, quando ho smesso di contare, ho iniziato a contare le calorie».

L'anoressia.
La bestia.
«Un pomodoro a metà. Una mela a metà. Una zucchina a metà. La bilancia è diventata un'ossessione. Mi sentivo grassa, ma ero pelle e ossa. Fino a svenire e non rialzarmi più».
L'anoressia.
La bestia.


«C'è stato solo un breve spiraglio di luce: la notizia della mia gravidanza. Ma il mio corpo era troppo fragile e ho perso il bambino. Da lì è iniziato il mio lento suicidio. Ma arrivata a 36 chili mani esperte si sono prese cura di me. Non ho avuto la forza di oppormi».


A Palazzo Francisci, a Todi, Giuditta Guizzetti è tornata a vivere una vita nuova - altra e diversa. «Bisogna toccare il fondo per risalire. Yuyu non c'è più. Anzi: io Yuyu la sto usando: sfrutto la sua fama per portare avanti la mia battaglia. Adesso c'è solo Giuditta. Quella vera. Che vuole entrare nel frastuono delle discoteche e nel silenzio delle camerette: voglio arrivare alle ragazzine, voglio lottare con loro. L'anoressia è una bestia: va domata e rinchiusa in gabbia. Ho scritto un libro: Il cucchiaio è una culla (ed. Aliberti, già in libreria): è il mio viaggio nell'anoressia. Andata e ritorno».

2 commenti:

Veggie ha detto...

Bellissimo post... e bellissimo coraggio di questa donna... Spero che la vita possa sorriderle comunque, in un modo o nell'altro... Lo dice una che sta combattendo la sua stessa battaglia...

Mr Banana ha detto...

scusami veggie, io sottoscrivo sul coraggio e sulla battaglia. ma odio vedere articoli scritti in questo modo. questa giornalista scrive di zac efron e di anoressia con lo stesso atteggiamento, e ciò mi irrita. in bocca al lupo per la tua battaglia..