venerdì 17 ottobre 2008

Firenze, contro i tagli lezioni in piazza col megafono


Studenti e professori, tutti insieme appassionatamente a difesa dell’università pubblica. Si fa lezione all’ombra del loggiato degli Innocenti del Brunelleschi, davanti all’arco di Piazza della Repubblica, sotto il severo sguardo di Dante a Santa Croce, in dieci altre piazze fiorentine più o meno centrali: la cultura va all’aria aperta per dire no alla riforma Gelmini e ricordare a tutti l’importanza dell’istruzione pubblica.

È una battaglia che, come nel 2004 contro il progetto Moratti, unisce sullo stesso fronte docenti, ricercatori e ragazzi. Anche allora si presero “in prestito” le piazze, ma questa volta la partecipazione è moltiplicata, lo schieramento più massiccio: dalle 11 alle 13 del mattino (con qualche coda pomeridiana) con megafoni, microfoni e altre attrezzature improvvisate, si fa lezione in pubblico, sotto gli occhi dei passanti incuriositi. Striscioni e cartelli sbeffeggiano la riforma del governo e spiegano le ragioni della protesta: “Lezioni per tutti contro un’università per pochi”, scrivono per esempio in piazza SS.Annunziata.

Davanti agli studenti si alternano ordinari, associati, ricercatori, semplici assegnisti: in alcuni spazi, i tempi sono rigidamente fissati da un orario, altrove si improvvisa. Mentre osserva la professoressa Francalanci parlare in piazza San Marco del vulcano Stromboli, Marco Benvenuti, presidente del corso di laurea in Scienze geologiche, spiega «il valore simbolico dell’iniziativa»: «Non perdiamo tempo, ma facciamo attività didattica alternativa insieme agli studenti – dice – Qui c’è l’università che vuole continuare a svolgere il suo ruolo di ricerca e formazione, che non vuole essere messa in ginocchio da questa legge».

A due passi dalla giostra di Piazza della Repubblica, c’è l’“aula” di Scienze delle formazione. Si ferma perplesso ad ascoltare il commercialista Maurizio: «L’università va rifondata, ora non è formativa – commenta – Queste iniziative servono a poco, anche i ragazzi si distraggono». Federica, 18enne liceale del Machiavelli (occupato), a pochi passi dalla Ruota degli Innocenti ascolta attenta l’associato di Storia dell’arte medievale Andrea de Marchi che parla di Andrea di Anghiari, maestro di Piero della Francesca. Con i ragazzi di altre scuole, partecipa alle “lezioni in piazza”: «Mi sembra una giusta forma alternativa di protesta – dice - È un bel modo di comunicare che ci stiamo muovendo».

La facoltà di Architettura si è schierata in piazza Ghiberti e a Santa Croce: in mezzo alle consuete frotte di turisti, il ricercatore Luciano Barbi assiste all’esposizione della convenzione europea sul paesaggio in sella alla sua bici e mastica amaro: «In modo miope e grossolano si decreta la fine dell’università di qualità pubblica, un importante patrimonio collettivo di tradizione secolare». Nello stesso momento, sotto la porta di piazza della Libertà, in 150 ascoltano lezioni di chimica e fisica, e in piazza Indipendenza assistono all’intervento introduttivo dell’ordinario di Storia contemporanea Simonetta Soldani: qui si va addirittura ai supplementari, altri ricercatori terranno banco fino al pomeriggio inoltrato. In piazza la campanella non suonerà.

(da "Il Firenze" del 17 ottobre 2008)

Nessun commento: